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martedì 27 settembre 2011

La silenziosa morte del Lago Aral...... un pianeta da spremere fino all'ultima goccia


L'Aral è un lago salato dell'Asia Centrale.

Negli anni sessanta la sua superficie era oltre i 60.000 km, ed era il quarto lago più grande del mondo, tanto da essere chiamato mare.

 Oggi il livello delle acque si è abbassato di oltre 20 metri, accentuandone la salinità, tanto da determinare l'estinzione di molte delle sue specie ittiche, e al tempo stesso da renderla NON POTABILE...

In conclusione si è verificata una grande calamità per le popolazioni che nel lago avevano il loro sostentamento.

Ma come è stato possibile che tutto questo si sia verificato???

Purtroppo è una lunga storia che ha inizio ai tempi dell'UNIONE SOVIETICA che, nel dopo-guerra. per aumentare la produzione tessile, decise di irrigare vaste zone per la coltura del  cotone, e per raggiungere questo obiettivo, deviarono i corsi dei due principali affluenti, arrivando anche a costruire un canale artificilale di oltre 1000 km per portare l'acqua del lago fino in Turkmenistan....

AL GORE ha trattato di questo disastro in un suo libro, definendolo come il più grave della storia dell'umanità.

Una soluzione è possibile trovarla???  Ecco ciò che ho trovato su WIKIPEDIA:

"A tutt'oggi, al di là di alcuni accordi formali tra loro, i governi delle nazioni che insistono nell'area interessata (oltre al Kazakistan e all'Uzbekistan anche il Tagikistan, il Turkmenistan, il Kirghizistan ed in parte l'Afghanistan) non hanno intrapreso significative azioni comuni per ripristinare l'afflusso delle acque verso il bacino del lago. Il motivo è che la coltivazione del cotone impiega ormai una quantità di lavoratori cinque volte maggiore di quella che una volta era impiegata nella pesca, che peraltro era concentrata nei soli Kazakistan ed Uzbekistan. Inoltre i terreni che le acque del lago hanno scoperto ritirandosi hanno mostrato di essere ricchissimi giacimenti di gas naturale."

E quindi un eventuale ritorno dell'acqua al livello originario sulla riva uzbeka renderebbe complicato  lo sfruttamento di questi giacimenti.

STIAMO DISTRUGGENDO IL NOSTRO PIANETA.....

2 commenti:

  1. stiamo distruggendo il pineta, si, purtroppo! In nome sempre di schifosissimi interessi di pochi

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  2. dovreste cercare di morire più spesso, così non saremmo costretti a combinare simili pasticci.

    RispondiElimina

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