Settantanove anni fa, sull'Opernplatz di Berlino, i Nazisti con una grande cerimonia in stile, dichiararono guerra e morte al libero pensiero, alla cultura e ai libri, e, con un macrabo rito, bruciarono in un rogo tutti i libri che, secondo loro, erano contrari allo spirito tedesco.
Una barbarie che, purtroppo sarà un presagio funesto per un crimine maggiore, quello CONTRO L'UMANITA', con milioni di uomini uccisi nei campi di concentramento.
Affinchè la storia sia da monito a tutti noi e alle future generazioni e che nulla venga volutamente dimenticato, riporto le parole di un grande poeta tedesco dell'800, Heinrich Heine :
"LA' DOVE SI BRUCIANO I LIBRI SI FINISCE PER BRUCIARE ANCHE GLI UOMINI"
Una delle cause di arretratezza delle nostre biblioteche rispetto ad altri paesi europei è stata individuata nel fascismo, che poco meno del nazismo adottò comunque gli stessi metodi.
RispondiEliminaNon comprare i libri è come bruciarli. Siamo il Paese industrializzato che spende di più nei gratta e vinci, nel caffé e cornetto, in pizze e cene, in videogiochi ed elettronica, in cellulari e tv, in profumi e vestiti, che non in un libro. E il fascismo è morto da tempo...
RispondiEliminafra i motti del Fascismo vi era "libro e moschetto...." non mi sembra quindi che vi fosse questa avversione per la cultura...
RispondiEliminaE' bene ricordare che senza i libri non avremmo memoria, non avremmo radici. Anche se in Italia si legge poco, esiste almeno la libertà di poter scegliere se farlo, e quando farlo. Sarà anche poco per qualcuno, ma se penso a quando i libri si bruciavano al rogo, a me sembra una grande cosa
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